Si perché la mag6 non ha un sogno. È più una confederazione di sogni. A volte davvero anche tanto differenti. I sogni dai quali è nata, i sogni scaturiti da tutte le differenti realtà che l'hanno partorita e che l'hanno fatta crescere, i sogni di ogni persona, di ogni progetto, in carne e ossa, che la compongono e la fanno respirare ancora oggi.
In questo particolarissimo caso, sono i sogni che chi scrive ricorda, riconosce e riesce a vedere: un paesaggio, dunque, molto parziale. Immaginatevi molto molto altro!
Per me personalmente la differenza tra sogno e illusione sta in un preciso punto di partenza: il sogno nasce dalla realtà, dall'esserci dentro fino al collo, dal desiderio di trasformarla e produrne di nuova, di andare oltre ricette, modelli, abitudini scontate, convenzioni indiscutibili, il sogno desidera un qui e ora che accetti il rischio dell'imperfezione e della fatica, il sogno ha molto coraggio, si muove, si sporca di vita, consapevole che dai diamanti non nasce niente e dal letame nascono i fior, il sogno ha fame e sete di altro, di oltre e di altrove, basta che si possano immaginare e poi toccare, ascoltare, sentire, annusare, mettere in comune, il sogno si presta a un buon pasto conviviale in cui ci si guardi negli occhi e ci si offra con sincerità; l'illusione non prende misura della realtà, preferisce dimenticarla, astrarsene, girarsi per non vederla, evadere dalle sue spiacevolezze come dai suoi orrori, l'illusione preferisce crogiolarsi nell'attesa, viversi possibilmente in un egocentrismo intento al proprio ombelico e indifferente all'altro da sé, preferisce rimandare il cambiamento a un vago sol dell'avvenire, l'illusione mi sembra che basti a se stessa e preferisca stare ferma ad aspettare, l'illusione va molto bene per gli aperitivi vedo gente faccio cose, per i bla bla della chiacchiera .
Mentre la immaginavamo, la mag6, ventisette anni fa, partendo da realtà già vive di altre Mag e dai nostri vivissimi desideri di costruirne un'altra, il sogno forte e urgente era quello di rimettere tra le nostre mani, nelle nostre pratiche, l'economia, nel senso profondo di amministrazione condivisa di risorse comuni e nel senso di immaginazione di approcci e di pratiche differenti rispetto al denaro.
Venivamo da gruppi politici e religiosi (spesso coincidenti negli approcci), da mondi libertari, da attivismi e movimenti, accomunati da un atteggiamento di rimozione verso il denaro. L' esito era che il denaro, anche quello di chi lottava per il cambiamento, per la giustizia, per un mondo liberato, per l'armonia tra viventi e ambienti, continuava a essere gestito da chi osteggiava qualsiasi cambiamento che non fosse deciso dal potere, da chi costruiva ogni giorno l'ingiustizia, da chi il mondo lo voleva schiavo e consenziente, da chi calpestava viventi e ambienti in nome del profitto, indifferente a qualsiasi presente, ignorando qualsiasi futuro.
Insomma... come nel presente.
Con una differenza che fa la differenza, però: che ciò che quel sogno ha prodotto sono pratiche concrete che cambiano davvero la vita delle persone, sempre ancora troppo poche certo, ma il sogno continua a lavorare e a produrre altra realtà, altre vite che cambiano, giorno dopo giorno.
Oggi nelle mag e molto oltre le mag, le pratiche di economie differenti, di diversi usi del denaro come bene comune, come strumento di giustizia e di un buon vivere, si sono fatti innumerevoli sentieri, differenti e creativi e continuano ad alimentare l'immaginazione sognante di chi non si vuole rassegnare, di chi non china la testa, di chi non si piega all'indifferenza, di chi è indomabile e si ribella alla rassegnazione di fronte al dominio del profitto e dell'ingiustizia.
Ma un altro sogno che intravedo, nelle origini e nel presente della Mag6, è quello che chiamerei: il denaro non basta. Un sogno che attraversa sentieri in cui il denaro e l'economia abbracciano vite reali, progettualità, idee in carne e ossa, relazioni, in un cammino in cui questi diversi sentieri - che hanno i contorni dell'arte, dell'amore per questo pianeta, delle relazioni solidali, di giustizia per tutte e ognuno, di un sano rapporto con la terra e con il cibo, della possibilità di restituirsi percorsi di vita e ritrovare un senso - giungono a oltrepassare il bisogno di denaro promuovendo e praticando la gratuità, la reciprocità della mutua autogestione che della Mag è origine e nome. Questo sogno che continuiamo a sognare e a praticare.
Si chiama mutualità: oltrepassa il denaro, ne immagina uno differente e autogestito, fa circolare saperi beni e servizi gratuiti, promuove incontro e relazioni vere di mutuo sostegno, si interroga sulla propria cittadinanza attiva, innesca concreta critica politica e azioni di cambiamento sociale in relazione con altri soggetti che lo vogliono costruire, ora e qui, nella fatica, nell'errare, che è sbagliare e camminare, che è camminare domandando, che è il letame da cui nascono i fior.
Questo sogno per me ha i profili di una libertà che continua, non finisce, dove inizia quella dell'altro!